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Stress lavoro-correlato, burnout e mobbing sono la stessa cosa?

26 Aprile 2024 by Af73rb17 Salute e Sicurezza sul Lavoro 0 comments

Negli ultimi anni si è sentito parlare spesso di stress correlato al lavoro, ma anche di mobbing e burnout. Questi termini apparentemente difficili sembrano spesso confondersi, fino a sembrare la stessa cosa. In realtà rappresentano tre spiacevoli e diverse situazioni, in cui il lavoratore si ritrova a vivere difficoltà non di poco conto.

Cos’è lo stress lavoro-correlato

L’INAIL, ovvero l’ente pubblico non economico italiano che gestisce l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali definisce lo stress lavoro correlato come uno stress strettamente collegato all’attività lavorativa. Un disturbo quindi che si manifesta quando le richieste dell’ambiente di lavoro portano a schiacciare il lavoratore, superando le sue capacità nell’affrontarle o controllarle.

I datori di lavoro quindi, esattamente come i lavoratori (loro diritto), devono essere al corrente dell’esistenza della valutazione dello stress lavoro-correlato, prevista dalle normative in materia di salute e sicurezza sul lavoro a partire dal D. Lgs. 81 del 2008. Se fino a quattro anni fa questa valutazione era a molti sconosciuta, con il D. L. 78/2010 si è avuto un cambio di scena. Il decreto infatti ha introdotto l’obbligo di valutazione dello stress per tutte le aziende che si avvalgono di almeno un lavoratore subordinato.

È obbligatorio quindi per il datore di lavoro consultare preventivamente il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS, individuato all’interno dell’azienda, o il RLST, in ambito territoriale).

Cos’è il burnout

Il burn out consiste nella sindrome da esaurimento emotivo, solitamente collegata a implicazioni relazionali, come  nel caso di medici, psicologi, infermieri, o chi si occupa di relazioni con il pubblico. Tale disagio si manifesta maggiormente, quindi, in caso di contatto interpersonale frequente e di una certa durata, costante richiesta di disponibilità, personalità e atteggiamento individuale.

Il burn out può essere considerato un malessere individuale o sociale, se coinvolge lo staff, o un gruppo di persone. Le cause rimangono però invariate, ovvero: luogo di lavoro non consono, clima teso, eccessivo carico di lavoro, mancanza di adeguata supervisione, scarsa retribuzione, ambiguità, conflitti di ruolo, ridotto senso di appartenenza, etc…

Ci sono alcune caratteristiche personali che portano l’individuo o gli individui ad essere più vulnerabili al rischio di burn out, come ad esempio l’introversione, la voglia di competere o l’iperattività.

I danni si manifestano sia a livello fisico che mentale, si passa quindi dall’ulcera alla scarsa autostima, dalla cefalea alla difficoltà a relazionarsi, dalle difficoltà sessuali alla depressione.

Il burn out, quindi, deve essere riconosciuto in tempo e per farlo è necessario avvalersi di figure specializzate sulla sicurezza sul lavoro.

Cos’è il mobbing

Con il termine mobbing si intende un’attività persecutoria messa in atto dal datore di lavoro o dai colleghi, che spinge il malcapitato che la riceve ad allontanarsi dal luogo di lavoro. Per essere definita mobbing, l’attività deve essere prolungata nel tempo e deve causare disturbi psicofisici. Le motivazioni degli atteggiamenti persecutori del mobbing sono molteplici: invidia, risentimento, frustrazione personale, insicurezza, etc… Azioni che portano la vittima a vivere stati di ansia, periodi di depressione, attacchi di panico, nevralgie e altri disagi psicologici similari.

Anche in questo caso sarà scontato sottolineare l’importanza del personale RLS o RLST. Lavorare bene non solo è un diritto del lavoratore ma anche una premura del datore, in quanto dal benessere dei dipendenti dipendono tutti i risultati aziendali.

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